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La musica fa bene al vino. È quanto sostengono Thomas Koeberl e Markus Bachmann, due esperti viennesi, che hanno brevettato con il nome di ‘Sonor wines’ la loro scoperta: la musica classica produce effetti positivi al mosto e in particolare la sinfonia n. 41 di Mozart, che modificherebbe il sapore del vino rendendolo più buono e raffinato. Secondo Koeberl, ‘con l'aumento della glicerina il vino diventa più secco, più maturo, il sapore più tondo, ricco e denso’. E Bachmann precisa: ‘L’esoterismo non c’entra niente, è l'effetto dalle onde sonore sul lievito che migliorano il processo di fermentazione’.

L’idea non è del tutto nuova: già due anni fa, nel 2009, nella scuola di viticoltura di Klosterneuburg fu fatta ascoltare della musica a un Grüner Veltliner e questi diventò più ricco di glicerina e più basso di zucchero. Ma ancora prima Carlo Cignozzi, un produttore della val d’Orcia, con il progetto ‘Suono&Vigna’ delle Università di Firenze e di Pisa, sistemò alcuni altoparlanti tra i suoi filari ottenendo un Sangiovese maturato in anticipo, cresciuto il 50% in più del normale ed esente da ogni tipo di parassita.

Nessuna magia quindi, ma il fondamento scientifico è ancora da dimostrare. Nel frattempo ogni produttore può sperimentare liberamente: perché non provare con l’Heavy Metal?


La Cina continentale e Hong Kong insieme sono diventati il primo cliente dei vini di Bordeaux, in termini di valore, con un fatturato di 333 milioni di euro nel periodo da novembre 2009 a ottobre 2010, secondo gli ultimi dati del Consiglio interprofessionale dei vini di Bordeaux (Civb). In termini di volume però la Germania rimane al primo posto per una incollatura, con 255 000 hl, contro i 251.000 hl di Cina continentale e Hong Kong insieme.

Tutti gli indicatori mostrano che l'anno 2011 confermerà l’attuale tendenza di una ripresa delle esportazioni che, sempre da novembre 2009 a ottobre 2010, registrano un totale di 1,68 milioni di hl (+10%) e 1390 milioni di euro (+7%). Ma se i mercati asiatici sono per il Civb ‘estremamente dinamici’, nell’Ue contina la stagnazione o la discesa: dopo la Germania il Belgio ha importato 218 mila hl (-8%), pari a 116 milioni di euro (-10%), mentre il Regno Unito ha acquistato 204 mila hl (-4%) per un valore di 221 milioni di euro (-8%).


Il Tribunal de Commerce de Bordeaux il 10 dicembre scorso, ma la notizia viene diffusa solo oggi, ha condannato per ‘parassitismo economico’ la società Ital-Assit organizzatrice di Italissima, un evento promozionale per il vino italiano svoltosi durante lo scorso Vinexpo di Bordeaux dal 21 al 24 giugno 2009.

Italissima si presentava come un maxi tendone di 600 metri quadri esterno all’area espositiva ma evidentemente non troppo, secondo gli organizzatori di Vinexpo. Al suo interno per quattro giorni si svolsero in apposite conference room numerosissime degustazioni guidate di vini italiani rivolte a professionisti e giornalisti del settore vinicolo.

Alla condanna per ‘parassitismo economico’, di fatto concorrenza sleale, si aggiunge una ammenda di 150.000 euro, un importo ben lontano dall’essere simbolico, commenta Vitisphere.com riportando la notizia.


Per la prima volta le esportazioni di vino argentino verso gli Stati Uniti hanno superato in valore quelle cilene: nel corso del 2010, infatti, le vendite argentine nel mercato Usa hanno raggiunto 222 milioni di dollari, superando il Cile di 12 milioni: un sorpasso che corona cinque anni di forte e costante crescita (nel 2005 erano appena 76 milioni di dollari), mentre nello stesso periodo il Cile è cresciuto “solo” del 42% (148 milioni di dollari nel 2005).

Il sorpasso è frutto di un miglior rapporto prezzo-qualità dei vini argentini rispetto a quelli cileni e dalla crescente predilezione del consumatore americano per il Malbec, la principale varietà del vino argentino. Non vanno però dimenticati gli effetti dei forti investimenti per la promozione sul mercato statunitense, circa 1,5 milioni di dollari, che hanno migliorato notevolmente l’immagine dell’Argentina. Per entrambi i paesi, Argentina e Cile, gli Stati Uniti rappresentano la principale destinazione delle proprie esportazioni, rispettivamente con il 34 e il 17% del totale delle spedizioni.


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