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Negli Stati Uniti il canale della vendita diretta è destinata a crescere considerevolmente: secondo un rapporto realizzato da Wine Intelligence, infatti, si prevede di triplicare il volume di vendite, dagli attuali 7 milioni di casse da 9 litri nel 2011 a 22 milioni di casse nel 2021. Secondo Wine Intelligence circa 30 milioni di consumatori americani negli ultimi sei mesi hanno acquistato vino direttamente, on line su Internet oppure da un club per corrispondenza, ma solo uno su cinque tra quelli che bevono vino almeno una volta al mese a hanno un reddito superiore a 60.000 dollari all’anno usano un canale diretto su base mensile e solo il7% effettua mensilmente a un acquisto on line. Rimane però il principale ostacolo di una normativa particolarmente restrittiva in materia che continua ad ostacolare questo canale di vendita, al punto tale che attualmente solo una bottiglia di vino su 50 passa per la vendita diretta, un livello di penetrazione molto inferiore a quello rilevato su altri Paesi.


Al Centro Congressi di Tirana il 24 e 25 giugno prossimi si terrà la prima edizione di ‘Balkan Wine Expo’, l'unica esposizione dedicata al vino di qualità e alla sua promozione in tutta la regione balcanica. Attese circa 150 case vinicole italiane, francesi, greche e croate. La manifestazione sarà aperta da un seminario rivolto agli espositori e dedicato all'informazione sul mercato balcanico e alle sue opportunità. Saranno inoltre sviluppati incontri mirati con gli operatori commerciali e degustazioni guidate per la stampa specializzata e per gli operatori locali.

In Albania nel 2010 sono stati importati vini per un valore di circa 47 milioni di euro (+16% rispetto al 2009): l'Italia detiene la prima posizione con il 77% seguita dalla Francia, dal Montenegro (6%), dalla Macedonia, dalla Spagna (4%), dalla Grecia (2%). In crescita la domanda di vini di buona qualità mentre il governo albanese sta attualmente applicando una politica di incentivi, concedendo agli agricoltori che decidono di impiantare nuovi vigneti quasi 4000 euro per ogni ettaro.


L'Istituto per il commercio estero, ora denominato Ace, ha emanato il terzo aggiornamento del compendio ‘Raccolta delle documentazioni necessarie per l'esportazione del vino’ contenente 55 schede tecniche sulle normative che disciplinano le procedure per le esportazioni dei vini italiani nei numerosi mercati di destinazione mondiali: la guida si è rivelata uno strumento informativo molto apprezzato, di particolare utilità per gli operatori del settore che spesso si rivolgono agli uffici Ace in Italia e all'estero per avere un supporto nelle loro operazioni di commercio nei mercati esteri.

La raccolta delle documentazioni necessarie per l'esportazione del vino è reperibile all'indirizzo
http://mefite.ice.it/settori/documenti/Guida_ICE_Export_VINO_italiano_2012.pdf


Il governo cileno ha abbassato da 11,5% a 8,5% il contenuto alcolico minimo dei vini destinati all’esportazione. I produttori cileni avevano già l’opportunità di esportare vini contenenti meno dell'11,5%, ma la procedura era complessa e ostacolata dalla burocrazia. Ora la nuova misura elimina ogni intoppo e, nelle intenzioni del governo, dovrebbe favorire una crescita delle esportazioni specialmente tra i principali mercati interessati per vari motivi ai vini di bassa gradazione, come gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Germania, i Paesi Bassi, la Scandinavia e alcuni Paesi dell’Asia.

Nulla cambia per il momento nel mercato interno, dove rimane inalterata la soglia minima di 11,5% per la commercializzazione mentre solo i vini esteri importati in Cile possono essere venduti anche se hanno un grado alcolico inferiore. Le regioni meridionali del Cile sono considerate le più favorevoli per la produzione di uve con concentrazioni più basse di zucchero, il che potrebbe creare, secondo le autorità cilene, nuove opportunità per lo sviluppo dei vigneti.


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