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I dati statistici diffusi in questi giorni dalle autorità tedesche non lasciano spazio a dubbi: i primi tre mesi del corrente anno hanno visto un brusco rallentamento dell’import di vini in bottiglia: -7,3% in quantità e -4,2% in valore con Spagna e Italia a tirare il freno più di tutti (-13,5% in quantità e -8,6% in valore per la Spagna, -9% in quantità e -2,9% in valore per l’Italia). Si salvano i francesi, e per farlo devono far scendere i loro prezzi, così da segnare un sostanziale pareggio in valore contro un aumento del 3,8% delle quantità esportate.

Situazione ancora più pesante per il settore degli spumanti: qui il calo del primo trimestre è addirittura dell’11,6% in quantità e del 17% in valore. Maglia nera per l’Italia, che vede diminuire le sue vendite del 25,2% in quantità e del 23,1% in valore, mentre gli spagnoli limitano le perdite con un segno meno del 12,5% in quantità e del 9,5% in valore. Anche qui la Francia per salvare il salvabile deve scendere coi prezzi, così con un aumento dell’1,6% in quantità deve registrare un -20% nel valore.


È in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, ma il ministero delle Politiche agricole ha già dato il via libera alle nuove disposizione nazionali sui documenti di accompagnamento che scortano i prodotti vitivinicoli. Con il decreto ministeriale n. 7490 del 2 luglio scorso, nasce infatti un nuovo documento denominato Mvv che in un futuro potrà essere emesso anche in formato elettronico, ma, per il momento, anche l'uso transitorio dei vecchi documenti attualmente impiegati viene mantenuto.

Le novità maggiori interessano il trasporto di vini sfusi, di uve o mosti con l'introduzione della convalida del documento di accompagnamento Mvv a mezzo Pec (posta elettronica certificata) al competente Ufficio periferico dell’Icqrf. Considerando la complessità delle norme si rinvia alla circolare ministeriale che è stata preannunciata e che dovrebbe fornire tutti gli elementi per una completa e corretta interpretazione del decreto stesso.


Dalle parole ai fatti. La Cina, come promesso, ha aperto dal 1° luglio scorso una indagine anti dumping e anti sussidi per i vini provenienti dall’Unione europea. Ora tocca alle singole imprese vinicole che dovranno compilare dei questionari e sottoporli all’attenzione del ministero cinese per il commercio il quale poi selezionerà alcuni produttori tra quelli registrati per un ulteriore controllo. Se una società non presenta il questionario, riceverà il massimo dei dazi.

Purtroppo tutto questo non sarà senza costo per i produttori europei: i questionari infatti vanno compilati solo in lingua cinese, spese di traduzione quindi, e in più occorre trovare uno studio legale cinese sul posto, gli unici autorizzati a patrocinare presso il ministero cinese per il commercio.

Ultima grana è infine la tempistica richiesta: i questionari di registrazione vanno consegnati, ancora non si sa dove, entro il 20 luglio; entro il 30 luglio le autorità cinesi comunicheranno i nomi delle aziende selezionate che dovranno rispondere ad un secondo e più stringente questionario entro il 5 settembre.


Quali sono i criteri che orientano le scelte dei consumatori cinesi nell’acquisto di un vino in bottiglia? Un recente studio condotto da Ubifrance e dal gruppo Owens-Illinois, uno dei maggiori produttori mondiali di bottiglie di vetro, rivela che per i cinesi il criterio più importante è l’origine del vino, e quindi la sua notorietà, seguito poi dal prezzo. Tuttavia un alto prezzo di vendita non è universalmente considerato in Cina come una barriera per l'acquisto: per molti infatti un vino caro è ritenuto come una garanzia di qualità, sebbene l’emergere di un consumo più regolare stia portando anche alla ricerca di prezzi più bassi.

Ma è considerando la forma e il colore della bottiglia che emergono le differenze culturali: per il consumatore cinese, infatti, la forma della bottiglia si identifica con il tipo di vino richiesto; le forme classiche, come la bordolese, e il colore verde sono le più richieste, mentre vengono richieste poco le bottiglie di forma strana o di design ricercato. In Cina, un criterio fondamentale per la scelta del vino è la fedeltà alla marca e questo perché il vino ha su di sé un forte e intrinseco valore simbolico e sociale. La forma della bottiglia è quindi sinonimo del tipo di vino richiesto, un caso lampante in cui il contenitore appare più importante del contenuto.


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