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Crollo del peso argentino, opportunità per l’export vinicolo?

Con il valore del peso ormai in caduta libera, vale a dire un calo del 25% rispetto al dollaro in poco più di due mesi, e una inflazione quasi senza controllo, l’economia argentina sembra pericolosamente vicina a ripetere il default del 2002. Ma la debolezza del peso potrebbe invece dare una mano alle esportazioni e in particolare quelle di vino, visto che gli Stati Uniti da soli rappresentano la metà circa delle spedizioni di vini argentini. La forte svalutazione del peso, infatti, dà slancio soprattutto ai prodotti a basso valore aggiunto, come il succo di uve concentrato e il vino sfuso, mentre per i prodotti a maggior valore aggiunto, come il vino imbottigliato, il vantaggio è meno marcato perché alcuni componenti dei costi sono soggetti a svalutazione.

Alle parole di speranza dei produttori argentini fanno eco però le voci degli economisti, che rammentano come i vantaggi dovuti da una svalutazione si esauriscono in breve tempo perché una moneta nazionale debole può portare a una inflazione interna ancora maggiore con un conseguente aumento dei costi di produzione, già duramente provati nel recente passato: negli ultimi quattro anni, infatti, inflazione, restrizioni commerciali e burocrazia crescente hanno di fatto raddoppiato i costi di produzione delle cantine argentine. Occorrerebbe uno slancio comune per non perdere questa opportunità per l’export vinicolo, coordinata magari dal governo centrale, ma il 2015 è per l’Argentina l’anno delle elezioni presidenziali e la campagna elettorale è già iniziata...


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