Il consiglio dei ministri del 10 febbraio scorso ha approvato martedì scorso un decreto che prevede l’ampliamento dell'arco temporale di conversione dei diritti fino al 31 dicembre 2020 e la trasferibilità dei diritti di impianto tra le regioni. Viene inoltre abrogata la possibilità di limitare l'esercizio del diritto di reimpianto ad ambiti territoriali omogenei e limitati al fine di tutelare le viticolture di qualità e salvaguardare gli ambienti orograficamente difficili. Attualmente i diritti di reimpianto detenuti dai produttori viticoli ammontano a circa 47.000 ettari, pari al 7% della superficie vitata nazionale.
Chi è attualmente in possesso di un diritto di reimpianto valido, può trasferirlo su tutto il territorio nazionale entro il 31 dicembre 2015. Scaduto tale termine i diritti di reimpianto ancora validi non potranno più essere trasferiti ma possono essere convertiti in autorizzazioni che hanno la stessa validità del diritto che l’ha generata e che scadranno il 31 dicembre 2023 se non utilizzati. ‘Con questo provvedimento - ha dichiarato il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina - tuteliamo il nostro potenziale viticolo, dando rassicurazioni al settore che chiedeva da tempo un intervento di semplificazione in questa direzione’.