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A Est l’export vinicolo cresce

Sono dati da prendere con le dovute cautele, visto il limitato potenziale produttivo, ma vi sono numerosi segnali che dimostrano nell’anno appena trascorso una elevata dinamicità delle esportazioni dall’Est. È il caso della Georgia che, a fronte di una produzione di circa 1,7 milioni di hl, nel 2017 ha visto crescere l’export del 49% in valore e del 54% in volume, vale a dire 76,7 milioni di bottiglie per più di 140 milioni di euro, il miglior risultato degli ultimi 30 anni. In più, i viticoltori georgiani vedono con grande fiducia l’accordo di libero scambio con la Cina entrato in vigore dal 1° gennaio e che prevede l’abbattimento immediato dei dazi finora in vigore invece di una loro graduale riduzione anno dopo anno, come ad esempio con il recente accordo Cina-Australia. Anche la Ucraina vede un aumento dell’export a due cifre: nei primi sei mesi del 2017 la crescita è stata addirittura del 58,8%, ma si tratta di un rimbalzo tecnico dopo che l’annessione della Crimea alla Russia nel 2014 ha visto privare l’Ucraina della sua maggiore e più nota regione produttiva. Sebbene senza la Crimea, l’export vinicolo dell’Ucraina nel 2017 viene comunque calcolato in 20 milioni di euro circa. Pure la Bulgaria vede aumentare le sue esportazioni, 13% circa lo scorso anno, recuperando le perdite degli anni passati e superando la soglia del mezzo milione di hl. La Bulgaria esporta quasi i due terzi dei suoi vini e i principali Paesi acquirenti sono Polonia, Russia e Romania.


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