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Giappone: import di vino per il momento inalterato

La catastrofe naturale dell’11 marzo scorso e il successivo incidente nucleare che hanno colpito il Giappone non dovrebbero incidere oltre misura sull’export vinicolo. Secondo la Federazione francese degli esportatori di vini e alcolici (Fevs) è ancora troppo presto per avere una visione chiara della situazione ma i vari organismi interprofessionali sono concordi nell’aspettarsi un calo nel’immediato, sebbene nel medio e lungo periodo, terminata l’emergenza, non dovrebbero esserci diminuzioni significative in volume o in valore.

Certamente in questi giorni la situazione non è rosea: il governo giapponese ha stimato che lo tsunami abbia provocato un danno di oltre 200 miliardi di euro per l'economia giapponese, senza contare le conseguenze dell’incidente nucleare di Fukushima, il che rappresenta comunque dal 4 al 5% del prodotto interno lordo giapponese. Facile quindi prevedere che, come afferma il Bureau interprofessionnel des vins de Bourgogne (Bivb) ‘ci sarà un forte rallentamento dei consumi di vino in alberghi e ristoranti nelle settimane e nei mesi a venire’. L’impatto reale sulle aziende vinicole si potrà comunque vedere il mese prossimo, poiché le statistiche delle dogane giungono solitamente con un ritardo di due mesi circa.

Nel frattempo le notizie provenienti dal Giappone continuano a far crescere ansia e preoccupazione nelle regioni russe confinanti e nonostante le autorità ripetano che non vi sono ancora aumenti significativi nei livelli di radiazioni, la popolazione ha accaparrato ogni tipo di contatore geiger o di dosimetro e continua a fare incetta di qualunque sostanza ritenuta protettiva: dalle farmacie sono letteralmente andate a ruba tutte le tavolette di iodio ma anche vodka e vino rosso sono scomparsi dai negozi. Non si sa mai: anche l’alcol, secondo i russi, potrebbe indebolire gli effetti delle radiazioni.


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