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Entro il 2030 tutto lo Champagne sarà sostenibile

Il comitato interprofessionale ha intensificato gli sforzi per coinvolgere sempre più coltivatori e case vinicole

Dopo numerosi anni di informazioni e di supporto tecnico per coinvolgere coltivatori e case vinicole nella certificazione ambientale, il Comité interprofessionnel du vin de Champagne (Civc) ha intensificato gli sforzi per arrivare nel 2030 ad una viicoltura pienamente sostenibile. Attualmente il 15% dei produttori ha aderito alla certificazione’viticulture durable en Champagne’ (Vdc), introdotta cinque anni fa, il 2,5% sotto certificazione biologica e il 2,5% sotto altri schemi accreditati. La certificazione Vdc, oltre alla biodiversità e alla strategia fitosanitaria, alla gestione dell'acqua e alla fertilizzazione, prevede misure relative alla protezione dei paesaggi, alla conservazione del terroir, alla gestione dei rifiuti e alla riduzione delle emissioni di carbonio. Non tutti i produttori di Champagne però sono convinti dei benefici della certificazione Vdc e una certa parte preferirebbe invece convertirsi al biologico.

Il Civc sta inoltre affrontando la questione dei cambiamenti climatici. A tale scopo la regione della Champagne ha sviluppato un proprio programma di miglioramento varietale mediante l'incrocio di varietà di uve Champagne esistenti con quelle che mostrano una resistenza naturale ad alcune malattie o che presentano caratteristiche rilevanti, come la maturazione tardiva, al fine di ottenere una resistenza naturale o una capacità di coltivazione più adatta alle nuove condizioni climatiche.

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