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La battaglia delle accise tra Estonia e Lettonia

Il commercio transfrontaliero di bevande alcoliche è al centro del braccio di ferro tra i due paesi baltici combattuto finora a colpi di tagli fiscali

Tra i due paesi baltici è in corso da tempo un vero e proprio braccio di ferro per accaparrarsi il commercio transfrontaliero di bevande alcoliche. Ultimamente sempre più estoni si recano nella vicina Lettonia per acquistare nei negozi sorti appena a ridosso del confine quanto più alcol possibile per un valore annuo stimato di 45 milioni di euro. Il tutto a causa delle forti differenze nei prezzi di vini e alcolici tra i due paesi: secondo calcoli dell'Estonian Institute of Economic Research, infatti, nel 2018 il salario medio di un estone era sufficiente per comprare 365 litri di birra o 56 litri di superalcolici. Con la stessa cifra, un lettone ha potuto invece comprare 770 litri di birra o 89 litri di superalcolici.

Ecco quindi che lo scorso 1° luglio il parlamento estone decide di correre ai ripari approvando una riduzione delle proprie accise del 25%. Immediata la reazione lettone che la settimana successiva taglia a sua volta le tasse sui superalcolici del 15%. La misura è però temporanea perché la prossima primavera nel quadro del piano nazionale strategico è comunque attesa una revisione al ribasso delle politiche fiscali sugli alcolici. La decisione di tagliare le accise va però contro la tendenza in atto negli altri paesi dell' Unione europea, specialmente tra i paesi forti bevitori, mentre le statistiche dimostrano come il consumo di alcol nei tre paesi baltici, Estonia, Lettonia e Lituania, sia da sempre molto elevato e comunque superiore alla media Ue.

La corsa a ridurre le accise non sembra una decisione vincente: in passato la Finlandia fece una mossa analoga ma con risultati non certo positivi. Nel 2004, infatti, l'Estonia entrò nella Unione europea e pertanto venne meno il limite di importazioni esentasse come deve essere tra due paesi interni dell'Ue. Venne quindi deciso dalle autorità finlandesi di abbassare di un terzo le imposte sugli alcolici nel tentativo di contrastare questo nuovo flusso commerciale transfrontaliero, considerato che gran parte della popolazione finlandese vive nel sud del paese, a due ore di automobile dalla Estonia. I risultati furono dolorosi: il consumo di alcol crebbe del 10%, specialmente tra le fasce più anziane della popolazione, senza considerare le inevitabili ricadute sulla salute pubblica.

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