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Amarone, le famiglie storiche avanzano una proposta

Un progetto a vantaggio del territorio e per la difesa della denominazione nel desiderio di non proseguire nel contenzioso legale con il consorzio della Valpolicella

Oltre 160.000 euro per un progetto di valorizzazione e di protezione della denominazione Valpolicella e in particolare dell'Amarone. È la proposta avanzata ieri presso la camera di commercio di Verona dell'associazione famiglie storiche nei confronti del consorzio della Valpolicella. Le famiglie storiche non intendono infatti proseguire nel contenzioso legale in merito all'Amarone ma chiedono che l'importo della spesa per la pubblicazione sui quotidiani della sentenza a loro negativa, 160.000 euro appunto, sia invece destinata a vantaggio del territorio e alla difesa della denominazione.

La vicenda ha inizio nel 2009 con la nascita di una associazione di aziende storiche, allora denominata famiglie dell'Amarone d'arte, che contesta al consorzio della Valpolicella di non garantire a sufficienza la qualità dell'Amarone Docg. Ma nel 2013 il consorzio decide di allargare l'area di produzione per l'Amarone Docg anche ai vigneti di pianura e di fondovalle e di conseguenza le aziende dissenzienti chiedono in sede Ue la registrazione di un marchio proprio. Il consorzio, nel 2015, decide di intraprendere una azione legale al tribunale delle imprese di Venezia che ha esito positivo: nomi e marchi propri sono contrari al disciplinare dell'Amarone della Valpolicella e questo nonostante il parere opposto dell'ufficio per la proprietà intellettuale (Euipo) dell'Unione europea. Siamo quindi giunti alla proposta di ieri. Il consorzio ha già fatto sapere di restare in una fase di apertura e di ascolto ma che tutto questo non può ribaltare quanto disposto dalla causa civile intrapresa nei confronti delle famiglie storiche in difesa della denominazione. La guerra di carte bollate continua pertanto, ma si comincia vedere qualche spiraglio per chiudere questo contenzioso che di certo bene non fa all'Amarone stesso.

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