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Enoturismo in crisi fino al 2022

Il primo passo verso la normalità sarà costruire nel breve termine la fiducia tra i consumatori

È difficile che l'enoturismo si riprenda almeno fino al 2022, con le entrate generate dai visitatori ridotte di oltre la metà e in alcuni casi completamente decimate nella maggior parte delle aziende vinicole nel corso del 2020. È l'opinione del sito winetourism.com che, conducendo un sondaggio su 1.203 aziende vinicole in 34 paesi, ha stimato che il 32% ha riportato perdite finanziarie comprese tra il 50 e l'80% per quanto riguarda le entrate del turismo, con un ulteriore 20% che ha riportato perdite superiori all'80%. Qualche segnale positivo giunge però dal Regno unito, dove il turismo del vino ha seguito prima del coronavirus una stabile traiettoria ascendente. Aiuta certamente il fatto che la stragrande maggioranza dei visitatori dei vigneti del Regno unito non sia straniera ma nazionale, date le continue restrizioni di viaggio, ma per costoro l'interesse per l'enoturismo rimane più forte che mai.

Ma in tutta Europa i tour virtuali tra i vigneti e le degustazioni online stannno guadagnando terreno al punto di indurre molte aziende vinicole ad aggiungere esperienze virtuali alla loro offerta per contribuire a colmare le lacune nelle entrate perse. In definitiva, nei prossimi mesi la ripresa dell'enoturismo dipenderà certamente da una efficace e capillare diffusione della vaccinazione antivirus, ma il primo passo verso la normalità sarà sicuramente costruire nel breve termine la fiducia tra i consumatori.

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