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Lo Champagne opta per viti più distanziate

Più resistenza al gelo, alla siccità e alle malattie e meno gas serra ma questa decisione non piace a tutti

Il sindacato generale dei viticoltori della Champagne (Sgv) ha autorizzato a partire dal 2023 un maggiore distanziamento tra i filari di vite infrangendo una regola che risale a un secolo fa quando la fillossera costrinse i viticoltori di allora a non superare la distanza di un metro e mezzo. Ora viene proposta una distanza di due metri circa, una misura che favorisce l'adattamento dei vigneti della Champagne ai cambiamenti climatici preservando comunque la qualità e la tipicità del vino.

Questa decisione segue uno studio condotto dal 2006 dal sindacato, dall'istituto nazionale di origine e qualità (Inao) e dal Comitato interprofessionale del vino Champagne (Civc), che ha dimostrato come le viti maggiormente distanziate fossero più resistenti al gelo, alla siccità e alle malattie. Si riducono inoltre anche le emissioni di gas serra: -20%, così come i costi di produzione che si riducono del 20% grazie all'utilizzo di attrezzature più efficienti.

Questa decisione però non piace a tutti, a cominciare dal sindacato Cgt dei dipendenti della Champagne che teme una riduzione del numero di posti di lavoro. Le prime vigne 'allargate' dovrebbero vedere la luce nel 2023 ma diversi passaggi devono ancora convalidare questo processo, ci sarà infatti una consultazione pubblica nelle prossime settimane e poi il progetto dovrà essere discusso all'Inao prima del via libera livello europeo.

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