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Si apre il Vinitaly della ripartenza

Palpabile la voglia di ricominciare dopo due edizioni saltate a causa del coronavirus

Tanta carne al fuoco ieri alla cerimonia di apertura del 54° Vinitaly. Era infatti palpabile la voglia di ricominciare dopo due edizioni saltate a causa del coronavirus: 'Oggi parte il Vinitaly del futuro', ha così affermato il sindaco di Verona, Federico Sboarina, mentre tutti i presenti cercavano serenità in un momento ancora offuscato da problemi come il caro prezzi delle materie prime, vetro e cartone in primis, e l'aumento stellare dei costi energetici dovuti alla guerra tra Russia e Ucraina. E da Verona un gesto concreto di solidarietà: ai rifugiati ucraini, ha dichiarato il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese, saranno devoluti i ricavati di wine tastings e masterclass.

Da più voci poi si è ripetuto il no al semaforo nutriscore, penalizzante per tutto l'agroalimentare italiano, mentre sulla base del recente decreto sui vini sostenibili è stato ricordato l'imminente introduzione di un apposito bollino di riconoscimento in etichetta. Il governatore della regione Veneto Luca Zaia, nel suo intervento ha tra l'altro chiesto la istituzione di una sorta di golden share per impedire l'acquisto da parte di società straniere dei nostri più affermati marchi territoriali in campo agroalimentare.

Il direttore generale Veronafiere, Giovanni Mantovani, ha poi ricordato l'importanza di Sol&Agrifood, il salone internazionale dell'agroalimentare di qualità che si svolge in contemporanea al Vinitaly, sul quale Veronafiere sta valutando la possibilità di renderla una fiera autonoma a sé stante. Il ministro delle Poliche agricole, Stefano Patuanelli, ha infine confermato il sostegno economico stanziato alle imprese commerciali che necessitano di reindirizzare su altri mercati quanto perso in questi mesi con Russia, Ucraina e Bielorussia. (m.m.)

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