Rallenta l'export nel primo semestre

La causa risiede nella necessità di alleggerire le scorte acquisite in precedenza

L'export vinicolo italiano nel primo semestre di quest'anno è calato dello 0,4% in valore e dell'1,5% in quantità. Si è però concordi nel ritenere che questa diminuzione sia il frutto del dopo coronavirus poiché durante la pandemia vi furono massicci acquisti per costituire adeguate scorte mentre ora, a situazione più stabile, non vi è più la preoccupazione di rimanere senza vino. Lo dimostra l'aumento del 10,8% in quantità dei vini sfusi, mentre il loro valore invece cala leggermente. Di tendenza opposta invece gli spumanti, che sfondano il muro del miliardo di euro in sei mesi mentre la loro quantità venduta scende del 4,1%.

Analizzando i principali paesi acquirenti di vino italiano, prosegue l'ottima perfomance della Francia che cresce del 18,4% in valore e del 13,3 in quantità. Segue la Germania, con +1,4% in valore e +5,7% in quantità. segno negativo invece per gli Stati uniti, paese che più degli altri registra la necessità di alleggerire le scorte acquisite in precedenza. Note dolenti invece dall'Oriente, dove l'export in Giappone scende sotto i 200.000 hl (-15,2%) così come in Cina, con appena 91.000 hl (-30,2%) invece dei 130.000 hl del primo semestre 2022, e in Corea del sud, con meno di 41.000 hl (-40,7%).