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Zitti zitti, arriva il Novello

Nel 2002 la produzione sfiorò i 18 milioni di bottiglie, ora appena due

Oggi è il giorno di inizio delle vendite di vino Novello, ma lontani sono i giorni in cui vi era una sorta di attesa per questo prodotto, non solo dai consumatori ma anche dai vari canali di vendita, quando supermercati e ipermercati attrezzavano aree apposite per spingerne le vendite. Erano tempi diversi da oggi, quando nel 2002 la produzione sfiorò i 18 milioni di bottiglie e a Vicenza si svolgeva una fiera dedicata unicamente al Novello. Ora le stime di vendita si attestano a solo due milioni di bottiglie circa, messe lì su qualche scaffale seminascosto e chi lo acquista lo fa solo spinto dalla curiosità, una sola bottiglia giusto per provare.

Molteplici sono le cause di questo diminuito interesse, non tutte dettate dalle mode del momento. La tecnica della macerazione carbonica, necessaria per produrre Novello, è più costosa del 20-25% rispetto a quelle tradizionali e molte aziende vinicole, specialmente quelle piccole, non possono dedicare per questo scopo investimenti ad hoc. In più, per sua intrinseca caratteristica, la sua conservabilità è limitata nell'arco di pochi mesi il che ne fa un prodotto di vendita immediata che il consumatore fa fatica a fidelizzare. Ma forse la realtà sta nel fatto che le case vinicole stesse non hanno mai creduto nel vino Novello, voluto senza una univocità negli uvaggi e nella provenienza geografica e a volte non all'altezza del prezzo richiesto, anzi. Inoltre l'export del Novello italiano è quasi nullo. Perché quindi cimentarsi in un mercato di appena una decina di milioni di euro o poco più?

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