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Il mercato vinicolo russo è a rischio protezionismo

Il mercato vinicolo in Russia rischia un nuovo protezionismo, il tutto a vantaggio di birra e vodka e a discapito dei vini esteri importati. Questo è il messaggio lanciato ieri a Mosca da Lamberto Vallarino Gancia e Gianfranco Voglino nell’ambito della manifestazione ‘Solo italiano’ organizzata dalla Iem, International Exhibition Management.

Sono infatti attualmente in discussione nel parlamento russo alcune modifiche alle attuali regole che governano il commercio vinicolo e che, se applicate, rischiano di alterare l’import di vino in Russia: scadenze delle licenze degli importatori, revisione della regolamentazione delle etichette e tutela delle denominazioni di origine sono i principali punti di discussione che, se modificati, faranno da barriera alle importazioni.

L’Italia è al primo posto in volume e quarto in valore nell’export di vini spumanti in Russia, con una tendenza in forte crescita (+104% nel 2010). Per contro, è molto indietro sui vini tranquilli, dove paesi come la Germania esportano più dell’Italia. La Russia è il primo mercato per l’Italia nei Vermut, con 301.000 hl nel 2010 (+4,8%). A gonfie vele anche acquaviti e liquori, con 2 milioni di euro nel 2010, un dato più che raddoppiato rispetto all’anno precedente.


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