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La Commissione europea ha espresso parere negativo sull'utilizzo del nome tradizionale croato per la qualità di vino Prosek. Con l’ingresso di Zagabria nell’Ue dal 1° luglio prossimo, infatti, scatta la tutela delle denominazioni di origine agroalimentari, per cui a essere soppresso non sarà solo il Prosek ma anche il parmezan (il parmigiano prodotto in Croazia) e lo champagne.

Nonostante il vino Prosek sia diversissimo dal Prosecco italiano, si tratta infatti di un vino da dessert ottenuto da una lunga fermentazione dell’uva essiccata dalla quale si ottiene un vino passito che come gusto e densità ricorda il Vermut o il Marsala, la Commissione europea ha respinto la richiesta di mantenere l’utilizzo di questa denominazione sottolineando che confonderebbe gli acquirenti in quanto ricorda, dal punto di vista fonetico, il Prosecco, registrato in Italia e già esistente nell'Unione europea.


Quattro anni di reclusione per il sabotaggio del Brunello di Gianfranco Soldera, lo ha deciso il Gup del tribunale di Siena nei confronti di Andrea Di Gisi, ex dipendente,colpevole di essersi introdotto lo scorso 3 dicembre nelle cantine dell’azienda Case Basse e di avere versato nelle fogne 600 hl di Brunello, in pratica tutta la produzione dal 2007 al 2012, per un danno quantificato in circa 2 milioni 400 mila euro. Per lui il Pm aveva chiesto sei anni, ma grazie al rito abbreviato e immediato è stata applicata la riduzione di un terzo della pena.


L'Ice sta organizzando la partecipazione italiana alla fiera Sial Brazil 2013 che si terrà a San Paolo dal 25 al 28 giugno prossimi. Sial Brazil è infatti considerata la più importante fiera del settore agroalimentare del Sud America: nella scorsa edizione, quella del 2012, hanno partecipato 400 espositori provenienti da 33 Paesi su una superficie di 12.000 metri quadri.

Il padiglione italiano si svilupperà su una superficie di circa 270 metri quadri nel complesso fieristico Expo Center Norte di San Paolo. Qualora l'area espositiva disponibile non dovesse essere sufficiente a soddisfare le richieste pervenute entro il termine del 29 marzo 2013, l'Ice si riserva la facoltà di procedere ad una proporzionale riduzione delle aree da assegnare. Per informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure tel. 0659929333.


Continua l’analisi dei dati Istat sull’export vinicolo italiano nel 2012 soffermandoci ora sui vini spumanti, che, forte di 1,86 milioni di hl (+1,7%) per 624 milioni di euro (+13,8%), presenta diversità anche marcate nei vari singoli paesi.

Al primo posto sono ora gli Stati Uniti, che passano da 294.000 a 317.000 hl (+7.6%) sorpassando così la Germania, che invece scende da 334.000 a 305.000 hl (-9,6%). Ma i risultati più lusinghieri sono a favore del Regno Unito, con una crescita del 34,5% in quantità e ben del 42,6% in valore (da 208.000 a 280.000 hl e da 61,9 a 88,3 milioni di euro) e anche della Francia, che passa da 62.000 a 92.000 hl (+59%) per un valore che cresce da 14,9 a 20,1 milioni di euro (+35%).

E in Asia? Al primo posto il Giappone, da 47.000 a 61.000 hl (+29,4%) e da 20 a 30 milioni di euro (+50%) mentre la Cina, dopo un export atipico nel 2011 di 56.000 hl, torna a un valore di poco meno di 20.000 hl pari a 5,4 milioni di euro. Bene invece Hong Kong, che quasi raddoppia da 2800 a 4200 hl mentre in valore la crescita è del 66%, da 1,4 a 2,3 milioni di euro.


Il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali ha comunicato, con circolare n. 2143 del 14 marzo 2013, che la Commissione Ue ha risposto al quesito sulle informazioni da riportare sui documenti di accompagnamento previste all’art. 31 del reg. 436/09.

L'attestazione delle Dop/Igp, la certificazione dell'annata e/o della varietà di cui al citato articolo 31 sono facoltative e gli operatori possono decidere di riportarle o meno, assumendosi la responsabilità di quanto eventualmente indicato. Quanto sopra si riferisce sia per il prodotto sfuso che confezionato, nonché per le spedizioni in Italia che all’interno e al di fuori della Comunità. A giudizio della Commissione quanto previsto all’art. 31 non si riferisce alla certificazione dei vini attuata a livello nazionale dalle autorità e dagli organismi di controllo nell'ambito dei sistemi di controllo.

Le disposizioni previste dall’art. 31, paragrafo 5 (attestato Dop/Igp) del suddetto regolamento si applicano, solo se gli Stati membri hanno emanato una apposita disposizione per il controllo di specifiche denominazioni (in Francia esiste un obbligo per la denominazione Champagne). Nessuna disposizione che preveda l'obbligo di questo attestato per i vini Dop/Igp è stata stabilita in Italia.


Il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, con circolare n. 3974 dell'11 marzo 2013, ha emanato chiarimenti aggiuntivi alle circolari 16991 del 25 luglio 2012 e n. 372 dell'11 gennaio 2013 sulle modalità da seguire nei tagli e negli assemblaggi delle partite di vini a Igp "finiti" e pronti per il consumo.

A seguito di specifiche richieste avanzate da alcuni enti della filiera vitivinicola sulla possibilità di poter continuare ad effettuare fuori zona di produzione il taglio di partite o di differenti tipologie (due o più vitigni) ovvero l'assemblaggio delle frazioni di partita (15% di prodotto di fuori zona con l'85% di prodotto proveniente dalla zona di produzione) il Mipaaf ha comunicato che, in via transitoria e nelle more di una risposta della Commissione ad un apposito quesito, è consentito che gli operatori interessati continuino ad effettuare il suddetto taglio o assemblaggio delle partite di vini "finiti" e pronti per il consumo anche al di fuori della zona di produzione della relativa Igp.


Ora è ufficiale: dai dati Istat, l’export di vini e mosti italiani nel 2012 ha raggiunto il valore di 4,69 miliardi di euro (+6,5%) per una quantità di 21,3 milioni di hl (-8,8%). Solo negli Stati Uniti il nostro vino raggiunge e supera il miliardo di euro (+6,1%) mentre la quantità rimane praticamente uguale con 2,94 milioni di hl; la Germania è invece al primo posto come quantità esportata con 6,2 milioni di hl e un valore anch’esso vicino al miliardo di euro.

Ma sono tutti i Paesi asiatici ad aver permesso all’Italia di ottenere questo risultato record: l’Asia, infatti ha avuto una crescita del 10,6% in quantità e del 20% circa in valore; più in dettaglio il Giappone ha registrato +17% in quantità e +27,7% in valore mentre la Cina +6% in quantità e +15% in valore. La tipologia che ha avuto il migliore risultato è quella dei vini spumanti, con 1,86 milioni di hl (+1,7%) per 624 milioni di euro (+13,8%).

Altri dati dell’export italiano nelle pagine dedicate di statistica.


Disco verde da parte delle rispettive assemblee dei soci per la fusione tra la cantina sociale di Conegliano e quella di Vittorio Veneto. Continua così la spinta aggregativa tra produttori con l’intento di ottenere quella ‘massa critica’ ormai indispensabile per fronteggiare i mercati esteri e rispondere alla richiesta di strumenti necessari per investimenti continui e indispensabili.

La Cantina di Vittorio Veneto, presieduta da Stefano Zanette, ad oggi può contare su 860 agricoltori che lavorano 1.600 ettari di superficie vitata, producendo 225.000 quintali di uve l'anno (per oltre il 90% uve bianche, di cui quasi la totalità Prosecco Doc e Docg), per un fatturato annuo superiore ai 32 milioni di euro. La Cantina di Conegliano, presieduta da Antonio Lot, ha quasi 300 soci, 400 ettari a vigneto, con una produzione di 60.000 quintali di uve (per oltre l'80% uve Prosecco), per un fatturato annuo superiore ai 6 milioni di euro.

L'organizzazione che sorgerà con la fusione, il cui iter si concluderà definitivamente a maggio, già dalla vendemmia 2013 potrà quindi contare su una produzione di circa 300.000 quintali di uve.


Il ministero delle Politiche agricole ha trasmesso alla Commissione Ue le linee di base del nuovo programma nazionale di sostegno per il settore vitivinicolo valido per il periodo 2014-2018. Vista la probabile limitata durata temporale del piano, si è ritenuto di procedere all’insegna della continuità evitando mutamenti radicali del vigente assetto, in attesa di valutare le novità normative della prossima Ocm vino.

Si prevede per ogni anno dal 2014 al 2018 uno stanziamento di 336.997.000 euro suddivisi in: promozione sui mercati dei paesi terzi 101.997.000 euro; ristrutturazione e riconversione dei vigneti 140.000.000 euro; vendemmia verde 10.000.000 euro; assicurazione del raccolto 20.000.000 euro; investimenti nelle imprese 45.000.000 euro; distillazione dei sottoprodotti 20.000.000 euro.

Ora la parola passa a Bruxelles. L’auspicio dell’Italia è comunque quello di vedere reinserito l’aiuto ai mosti, ritenuto indispensabile per ripristinare le corrette regole di concorrenza all’interno della UE per non creare discriminazione tra produttori dei singoli Stati membri.


Continua la serie negativa del vino italiano negli Stati Uniti che, nel corso del 2012, ha fatto registrare un decremento dello 0,7% in quantità e del 3,2% in valore. Le esportazioni italiane, secondo i dati forniti dall’Italian wine and food institute di New York, sono ammontate infatti nel 2012 a 2.490.110 hl, per un valore di 1.208.694.000 dollari, contro i 2.508.790 hl, e 1.248.491.000 dollari del 2011.

L’Italia, nonostante il perdurare di questa fase di contrazione delle esportazioni, continua a mantenere una posizione dominante sia in quantità che in valore distanziando gli altri principali paesi concorrenti fra i quali l’Australia, secondo paese esportatore verso gli Usa, che ha fatto tuttavia registrare un aumento del 13,4% in quantità ed una diminuzione del 1,7% in valore a conferma della tendenza dei produttori di quel paese a contenere i prezzi.

Dopo Argentina e Cile, la Francia è il quinto paese esportatore che ha fatto invece registrare un aumento del 334% nell’esportazione dei vini sfusi. Nel complesso i primi cinque paesi detengono complessivamente una quota di mercato dei vini importati pari all’83,6% in quantità ed all’81,1% in valore monopolizzando in pratica l’intero mercato statunitense.

LMolto positivo per l’Italia è stato invece l’andamento del mercato degli spumanti nel quale l’Italia detiene il primato delle esportazioni con 317.970 hl, per un valore di 186.607.000 dollari, con un incremento del 10,2% in quantità e del 5,6% in valore.


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