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Dopo settimane di intensi colloqui, Cina e Unione europea hanno raggiunto una soluzione sulla questione dell’import di pannelli solari. Nel mese di giugno, infatti, l'Ue aveva accusato la Cina di vendere sotto costo in Europa i loro pannelli solari minacciando di imporre dei dazi di importazione fino al 47,6% del valore. Per tutta risposta la Cina aveva aperto il 1° luglio scorso una indagine anti dumping e anti sussidi per i vini provenienti dall’Unione europea.

A oggi quindi per il vino non cambia ancora nulla, ma l’auspicio è che la conclusione della disputa sui pannelli solari possa mettere la parola fine anche alla ritorsione che la vitivinicoltura europea sta subendo in queste settimane. Un po’ come avvenne nel 1987 tra Unione europea e Stati Uniti, quando furono minacciati, ma poi non applicati, dei dazi doganali reciproci tra Cognac e vino bianco europeo contro riso e mais americano.


Il ministero delle Politiche agricole ha emesso il 26 luglio scorso l’attesa circolare esplicativa relativa ai nuovi documenti di accompagnamento dei prodotti vitivinicoli (Mvv) così come disposto dal decreto ministeriale n. 7490 del 2 luglio scorso. Alla luce di questa circolare si rammenta che i nuovi documenti entreranno in vigore dal 1° agosto prossimo solo se i prodotti vitivinicoli sono destinati ad altri Stati membri dell’Ue oppure ad un Paese terzo, mentre per quanto riguarda la circolazione nazionale, fino a quando non entreranno in applicazione le apposite determinazioni dipartimentali relative al documento elettronico, sarà ancora possibile utilizzare i vecchi documenti di accompagnamento. La circolare esplicativa è completata da un allegato contenente disposizioni relative a casi specifici e un altro allegato contenente un quadro sinottico riepilogativo dei documenti utilizzabili nei diversi casi.


Il Comitato interprofessionale dello Champagne (Civc) ha stabilito per la prossima vendemmia una resa massima complessiva di 13.100 kg per ettaro. Di questi, fanno parte una resa commerciabile di 10.500 kg per ettaro, dei quali 500 kg potranno essere sbloccati dal 1 febbraio 2014, mentre è stata autorizzata una messa in riserva di 3.100 kg per ettaro per poter consentire ai coltivatori di ricostituire le loro scorte intaccate dalla vendemmia molto scarsa dell’anno scorso.

Inoltre, quest'anno il Civc ha stabilito per la fine di settembre la data di inizio della raccolta, dopo diversi anni di vendemmia anticipata. Dopo un inverno e una primavera freddi, umido e scarsa insolazione hanno ritardato lo sviluppo dei vitigni di 2-3 settimane circa. All'inizio di luglio invece le condizioni climatiche molto favorevoli hanno invece favorito la fioritura, lasciando sperare in un buon raccolto potenziale.

Nessuna novità sul fronte dell'export: per il primo semestre del corrente anno, il volume delle spedizioni di Champagne mostra una diminuzione complessiva del 2,9%, con un fatturato in calo del 5,3% in Francia e il 6% in Europa. Solo i mercati extraeuropei mostrano un segno positivo, vale a dire un incremento del 7% rispetto al primo semestre del 2012.


Anche quest’anno l’Agea ha diffuso una circolare esplicativa (n. ACIU.2013.814 del 17 luglio) con le istruzioni generali per la compilazione e la presentazione delle dichiarazioni di giacenza dei vini e/o mosti per l’anno in corso. Come è noto, i detentori di vini e/o mosti, diversi dai consumatori privati e dai rivenditori al minuto, devono dichiarare ogni anno, in applicazione dell'art. 11 del regolamento n. 436/2009, i quantitativi detenuti alla mezzanotte del 31 luglio. Oltre alla circolare esplicativa, sul sito Agea è anche disponibile un facsimile in bianco del modello di dichiarazione giacenze 2013.

Le dichiarazioni di giacenza per chi risiede in Piemonte o in Toscana devono essere presentate rispettivamente alla stessa regione Piemonte o all’Artea, organismo pagatore della regione Toscana, secondo modalità da esse stesse direttamente stabilite. Tutti gli altri dovranno inoltrare la dichiarazione delle giacenze ad Agea con modalità telematica mediante registrazione nel sistema informativo. Da questa campagna non sarà più pertanto possibile la trasmissione ad Agea a mezzo raccomandata o la consegna a mano delle dichiarazioni compilate su supporto cartaceo.


È una sorta di decreto omnibus quello emesso dal ministero delle Politiche agricole lo scorso 12 luglio, esso infatti corregge e modifica i disciplinari di ben 120 vini Dop e Igp italiani (qui il testo del decreto). Dopo avere inviato alla commissione Ue alla fine del 2011 i testi di tutti i disciplinari, così come richiesto dall’articolo 118 vicies del regolamento 1234/07, sono stati rilevati alcuni errori, sia d’ufficio sia su segnalazione dei soggetti legittimati: pertanto si è provveduto alla loro correzione e alla modifica del rispettivo disciplinare.


Come noto, per esportare vini in Cina era - ed è - necessario rispettare le Administrative Provisions on Filing of Importers and Exporters of Imported Foods e le Administrative Provisions on Recording of Importing and Marketing of Imported Foods, in vigore dal 1° ottobre 2012. Ciò comporta la necessità di compilare appositi formulari, predisposti dalla General Administration of Quality Supervision, Inspection and Qurantine of P.R.C., mediante il provvedimento n. 55, 2012. Nel giugno 2013, però, la situazione si è complicata per chi esporta vino in Cina. Infatti, quale reazione all’apertura di una procedura antidumping da parte della Commissione dell’Unione Europea contro i pannelli solari prodotti in Cina, quest’ultima ha a sua volta promosso analoghe iniziative contro i vini europei commercializzati sul proprio territorio, così colpendo in modo evidentemente disomogeneo gli Stati aderenti all’Unione. La manovra è peraltro agevolata dalla circostanza che, durante i vari negoziati in sede Wto (World Trade Organization, cioè l’Organizzazione mondiale del commercio) sulla liberalizzazione degli scambi, i paesi europei sono stati ripetutamente accusati di sovvenzionare la propria produzione agricola, cosa che ha spesso determinato varie impasse nelle trattative.

Quali primi passi di tale reazione, a chi intende esportare vino in Cina le autorità locali hanno ora imposto di effettuare - entro lunedì 22 luglio 2013 - ulteriori registrazioni presso altri uffici, e cioè al Boft ed all’Ibii. Tali registrazioni - “procedura AD” (anti-dumping), e “procedura AS” (anti-sovvenzioni) - si applicano alle importazioni sul territorio della Cina: pertanto sono esenti le esportazioni verso Macao e Hong Kong, a meno che il produttore/esportatore abbia conoscenza che tali località sono solo mercati di transito, essendo la Cina la destinazione finale della merce. In tale eventualità, le registrazioni in questione sono allora egualmente necessarie. Per quanto concerne il Boft, va inoltrato un 'modulo di registrazione all’investigazione anti-sovvenzioni' ed un 'modulo di investigazione all’indagine anti-dumping'. Questi formulari prevedono la comunicazione dei dati dei produttori (nome - sia quello italiano, sia quello cinese - e recapiti della società che si registra, oltre a quello dell’ eventuale legale cinese venga incaricato di seguire la procedura, cosa però non obbligatoria) nonché il volume ed il valore in euro del vino esportato in Cina nel periodo 1° gennaio 2012 - 31 dicembre 2012.

La registrazione al Boft va inoltrata per fax (ai numeri +8610 85093400 e +8610 65198172) o per corriere espresso, essendo invece preferibile evitare la posta aerea, in quanto quest’ultima non assicura che la registrazione giunga velocemente. Boft suggerisce comunque di utilizzare il fax. Anche per quanto concerne gli adempimenti presso Ibii, si tratta di effettuare due registrazioni, una per l’indagine anti-sovvenzioni e l’altra per l’indagine anti-dumping. In questo caso, però, i dati da comunicare sono più numerosi. In appresso faremo riferimento ad una traduzione dei formulari in questione offerta dal ministero dello sviluppo economico in italiano, che rappresenta tuttavia un mero testo di riferimento. In primo luogo, i dati della società che effettua la comunicazione vanno integrati indicando anche la categoria del produttore (produttore nazionale o rivenditore /importatore, produttore estero (regionale) o esportatore o altri)” I produttori italiani rientrano nella categoria dei 'produttori esteri o esportatori' (overseas producers/export dealers), in quanto quella dei 'domestic producers' e 'importers' concerne invece gli operatori locali cinesi. In secondo luogo – relativamente agli anni 2009, 2010, 2011 e 2012 – bisogna comunicare: la produzione e volume di vendita dei produttori nazionali; il volume d’importazione e valore d’importazione degli importatori nazionali; la capacità di produzione dei produttori stranieri, produzione, scorte, progetti in corso o piani di espansione; il volume d’esportazione e valore d’esportazione dei produttori esteri /esportatori verso la Cina.

Per quanto concerne un’azienda italiana, ciò significa che va comunicata:
• la produzione ed il volume di vendita dell’azienda negli anni richiesti (si ricorda: 2009, 2010, 2011 e 2012);
• la capacità di produzione di vino dell’azienda stessa nei medesimi periodi che, a seconda dell’operatore interessato, può riferirsi a: superficie in produzione; capacità di vinificazione (in cantina); capacità di confezionamento/imbottigliamento (in bottiglie);
• le scorte di vino presenti in azienda negli anni considerati;
• i volumi di esportazione (espressi in 1.000 litri) realizzati in Cina dall’azienda negli anni 2009, 2010, 2011 e 2012 ed il relativo valore economico (espresso in euro).
• i piani di espansione, in relazione ai quali al momento sembra basti rispondere con sì o no, a seconda dei propositi in capo all’azienda interessata.
In terzo luogo, nell’ipotesi in cui i vini prodotti o importati ricadono in più categorie di classificazione, vanno descritte le differenti classificazioni e le maggiori similarità, differenze e aspetti competitivi delle differenti categorie.

Il nostro ministero ha comunicato che le categorie di classificazione dei prodotti da utilizzare sono le seguenti:
• H 22041000 relativo ai vini spumanti;
• H 22042100 relativo ai vini imbottigliati in confezioni da 2 litri o meno: tutte le categorie di vino: vini fermi rossi, rosé e bianchi e vini liquorosi;
• HS 22042900 relativo ai vini sfusi: tutte le categorie di vino: vini fermi rossi, rosé e bianchi e vini liquorosi.
Diversamente da quanto richiesto da Boft, la registrazione all’Ibii va spedita in originale e solamente via posta aerea o tramite corriere. Sembrerebbe che faccia fede il timbro postale con la data della spedizione, ma insorge qualche legittimo dubbio leggendo le ultime comunicazioni rilasciate dal nostro Ministero del commercio, il quale ha segnalato che“Ibii accetterà anche i moduli spediti via posta aerea con il timbro postale precedente al 22 luglio ma non assicura che prenderà in considerazione i moduli ricevuti troppo tardi (es. quelli che arriveranno dopo il 25 luglio). Pertanto, la modalità prudenziale da seguire sembra la spedizione attraverso corriere, da farsi prima del 22 luglio 2013. È bene ricordare che sia il formulario da inoltrare a Boft, sia quello per Ibii, vanno debitamente sottoscritti dal legale rappresentante della società che richiede la registrazione e devono avere apposto il timbro ufficiale della società stessa.Tutti i formulari in questione vanno compilati in cinese.

Il nostro ministero dello Sviluppo economico ha predisposto un apposito servizio di traduzione, che riguarda però solo i due modelli per la registrazione presso Ibii. Per accedere a tale servizio, è necessario inviare alla casella Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. “esclusivamente i moduli Ibii AD/AS, non firmati, unitamente alla sola prima pagina ed eventualmente l’ultima della visura camerale o altro documento corrispondente alla Business Licence. Il ministero ha altresì specificato che il servizio di traduzione viene offerto a tutte le imprese che intendono registrarsi e per garantirlo in tempi utili non può procedere all’esame singolo della documentazione inviata, né è compito degli interpreti capire e scremare la documentazione inviata. Tutti i soggetti in indirizzo sono pertanto invitati a collaborare con i propri iscritti per assicurarsi dell’esattezza del materiale trasmesso al Ministero per la traduzione. La trasmissione di materiale non corrispondente alle indicazioni fornite dovrà purtroppo essere rinviata al mittente. Il servizio in questione concerne comunque solo la traduzione di detti formulari, mentre il loro invio – debitamente sottoscritti e timbrati – nel termine del 22 luglio 2013 resta comunque un adempimento delle aziende interessate. Sono evidenti e prevedibili le difficoltà in cui si trovano ad incorrere le aziende europee per assolvere – in lingua cinese – a quanto richiesto in un termine così stretto: la spiegazione tuttavia risiede verosimilmente nella natura stessa dell’intera operazione e dal contesto in cui essa nasce.

Ermenegildo Mario Appiano


Il governo portoghese ha cambiato le regole di produzione delle denominazioni d'origine Porto e Douro Moscatel. Con un decreto legge in vigore dall’inizio di giugno è ora possibile aggiungere nel processo di fortificazione acquavite proveniente da vinacce e fecce, e non più solo dal vino, il che consentirà di ridurre i costi di produzione.

E, sempre in tema di riduzione dei costi, l’istituto dei vini di Douro e di Porto (Ivdp) ha autorizzato una nuova procedura per la sigillatura dei vini: non bisognerà più infatti portare i propri vini nelle stazioni di sigillatura dell’Ivdp ma d’ora in poi saranno le aziende stesse ad essere direttamente responsabili. Un cambiamento che permetterà quindi di evitare questi costi di trasporto.


Il padiglione Italia all’Expo di Milano 2015 si arricchirà di un nuovo spazio dedicato al vino e all’olio e sarà VeronaFiere a realizzarne l’organizzazione. Questo accordo affianca e integra una seconda iniziativa già definita tra le due istituzioni: Opera WineExpo, una mostra permanente al palazzo della Gran guardia di Verona, con annesso un ‘Grand Tasting’ con i migliori vini italiani.

Ma non è tutto: il sindaco di Verona, Flavio Tosi, durante la cerimonia della firma dell’accordo, ha ricordato che Verona, con Vinitaly, sta inoltre preparando una serie di eventi culturali di rilievo che si svolgeranno durante i mesi di apertura dell’Expo, tra questi una mostra internazionale su arte e vino in collaborazione con l’Ermitage di San Pietroburgo.


Mentre si vivono momenti difficili per i vini dell’Unione europea e la repubblica popolare cinese, questi ultimi stringono con la Svizzera il primo accordo di libero scambio che permetterà, tra l'altro, l’importazione in Cina di una serie di prodotti in esenzione totale o in riduzione di tariffa doganale, tra cui anche i vini della confederazione elvetica. Per quanto riguarda le misure antidumping, le sovvenzioni e le misure compensative connesse, l’accordo appena firmato farà riferimento alle disposizioni pertinenti dell’Organizzazione mondiale del commercio.

I due paesi da tempo sono impegnati nello stringere accordi commerciali bilaterali a vario livello: nel 2011 la Svizzera ha già firmato un accordo di libero scambio con la regione amministrativa di Hong Kong mentre nel mese di aprile del corrente anno la Cina ha firmato un accordo commerciale similare con l’Islanda.


Un investimento complessivo di 4,7 milioni di euro, un progetto triennale d'intervento per l’emergente mercato cinese: è l’impegno che l'Istituto grandi marchi e Consorzio Italia del vino hanno messo in cantiere e presentato nei giorni scorsi al ministero per le Politiche agricole e forestali. Istituto grandi marchi e Consorzio Italia del vino, due tra i principali consorzi fra privati per la promozione del vino italiano all’estero, rappresentano 32 tra le maggiori aziende vinicole italiane proprietarie di un totale di 20 mila ettari di vigneti coltivati in tredici regioni italiane.

Obiettivo comune è quello di superare la frammentazione delle singole proposte aziendali rivolgendosi, per la prima volta, a tutti i diversi soggetti del grande mercato cinese: importatori ed operatori commerciali; chef e sommelier; consumatori. Obiettivo è quindi quello di ribaltare l’attuale contrazione nelle vendite, scesa dall’8% del 2006 al 6% dell’anno scorso. L’Italia ha infatti venduto appena 75 milioni di euro fra vini sfusi e imbottigliati, contro i 612 della Francia, i 177 dell'Australia, i 114 del Cile e gli 87 della Spagna.


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