Iscriviti alla newsletter per ricevere le news di WineActs ENTRA

Secondo i dati ufficiali delle dogane cinesi, le importazioni di vino imbottigliato tra gennaio e marzo di quest'anno sono cresciute solo in volume (+5,6%); il valore è invece sceso del 3,6% e il prezzo medio si assesta a 4,32 euro (-8,7%). Le cifre suggeriscono uno scostamento tra importazioni e vendite effettive con una conseguente crescita del vino stoccato. Francia e Australia si confermano al primo e secondo posto, con una crescita del 10% e del 14,9% ma una diminuzione in volume dell'88% e del 8,6% il che fa pensare a una maggiore attenzione per i vini più economici. L'Italia invece cresce costantemente, con 63.000 hl esportati in Cina nel primo trimestre 2017 (+1,4%) e un valore di 27,3 milioni di euro (+14,8%). Anche Cile e Spagna, al terzo e quarto posto, crescono sia in quantità sia in valore.


Come preannunciato dal ministro Martina durante lo scorso Vinitaly, è stato pubblicato in data odierna sul sito internet del ministero delle Politiche agricole il decreto ministeriale che proroga fino al 30 giugno prossimo la possibilità di giustificare ancora in forma cartacea tutte le operazioni che, nel nuovo registro telematico, non risultassero registrate in sede di controllo. Questa proroga viene così incontro alle richieste avanzate da tutta la filiera vitivinicola di disporre di un maggior periodo di tempo per acquisire ulteriore pratica nell’uso della nuova modalità telematica di tenuta dei registri vitivinicoli.


3 milioni e 350 mila hl pari a quasi 1,2 miliardi di euro: sono le cifre dell’export degli spumanti italiani nel 2016 dei quali il Prosecco rappresenta il 64% del volume e il 74% del valore. Sono alcuni dei dati contenuti in una pubblicazione dell’Ismea, dal titolo ‘mercato degli spumanti: tendenze e prospettive’ e presentata durante lo scorso Vinitaly al convegno organizzato dal consorzio della Doc Garda. Dieci anni prima, nel 2017, le cifre erano ben diverse, con 1,1 milioni di hl esportati pari a poco meno di 400 milioni di euro, a testimonianza del forte interesse che lo spumante italiano ha saputo sviluppare su tutti i mercati esteri, in particolare il Regno unito con 1,072 milioni di hl nel 2016 (+21,5% rispetto al 2015), gli Stati uniti con 635.000 hl (+24%) e al terzo posto la Germania con 244.000 hl (+6,9%). E proprio il Regno unito è il mercato che regala le più grosse soddisfazioni al nostro spumante: raddoppiati i volumi in 5 anni e più che raddoppiato il valore, con vendite che, come detto, hanno raggiunto il milione di hl con una crescita del 10% nel settore dell’off trade e del 34% nell’Horeca. Sempre secondo i dati Ismea, nel medio termine anche nei pub il consumo di spumante italiano è cresciuto del 21% in volume e del 31% in valore, mentre i supermercati totalizzano un +14% in volume e +17% in valore.


Anche quest’anno le gelate primaverili non hanno mancato di procurare qualche difficoltà ai vitivinicoltori e all’agricoltura in generale. A tale proposito Coldiretti ha effettuato in questi giorni un monitoraggio lungo la penisola evidenziando numerose situazioni di difficoltà. In particolare, si segnalano in Veneto alcune gelate che hanno interessato i vigneti più esposti dei colli Euganei, stessa situazione nel vicentino nella zona dei colli Berici. Fortunatamente il fenomeno è apparso in una fase precoce dello sviluppo della vite e questo dovrebbe permettere alla germogliatura di tornare comunque produttiva. Al danno del gelo si è aggiunta a Vicenza una intensa grandinata che ha colpito numerosi vigneti della provincia. Situazione più critica invece in Val d’Aosta, dove da Chambave a Morgex vi sono stati numerosi danni di preoccupante estensione ai vigneti. La Doc Blanc de Morgex et de La Salle risulterebbe la più colpita.


Trust your Wine è il nome di una app per smartphone in grado di verificare l’autenticità dei dati riportati sul contrassegno di Stato messo sulla bottiglia e quindi l’effettiva provenienza del vino. Presentata allo scorso Vinitaly, Trust your Wine non è una app come le altre perché dalla sua ha di unico l’ufficialità di un sistema informativo statale, quello dell’istituto poligrafico e zecca dello Stato, che contiene i dati di più di un miliardo di contrassegni. Digitando numero di contrassegno e codice di controllo oppure fotografando il datamatrix stampato sul contrassegno è possibile verificarne la corrispondenza e inoltre, se presenti, risalire ad altre informazioni sulla bottiglia come cantina, anno di produzione, numero di lotto. Con il controllo di autenticità del contrassegno si realizza anche un grosso impulso nella lotta alle contraffazioni, oltre che a fornire al consumatore un sistema di tracciabilità della bottiglia di vino in grado di assicurarne la sua autenticità. E per chi si trovasse a corto di memoria e non riuscisse a caricare questa app sul proprio cellulare, è possibile andare sul web alla pagina www.trustyourwine.ipzs.it per soddisfare ogni curiosità sul vino che sta bevendo.


Nel 2016 le spedizioni di Champagne sono state di 306,1 milioni di bottiglie, un calo del 2,1% in quantità e solo dello 0,6% in valore (4,71 miliardi di euro. Sono i dati ufficiali diramati dal Comité interprofessionnel du vin de Champagne. I consumi interni sono scesi del 2,5% a causa di una sensibile diminuzione dei consumi nel settore Horeca e delle vendite nella Gdo di Champagne di prima fascia. Il Regno unito, il principale mercato estero per lo Champagne, sconta la debolezza della Sterlina e termina il 2016 con 31,2 milioni di bottiglie, un calo dell’8,7%. Seguono gli Stati uniti, con 21,8 milioni di bottiglie, +6,3%, che per il secondo anno consecutico si affermano come il primo mercato per quanto riguarda il valore, con 540,1 milioni di euro (+4,9%). L’Italia è al settimo posto con 6,63 milioni di bottiglie (+4,3%). La cifra d’affari è cresciuta del 6,4% raggiungendo 138,8 milioni di euro. La forte diversità dell’offerta è continuata a crescere: lo Champagne brut non millesimato rimane il più venduto, mentre le Cuvées de prestige continuano a crescere e raggiungono da sole i 30 milioni di euro. Lo Champagne rosé cresce più della media nazionale e supera le 400.000 bottiglie (+18,1%) con un valore di 9,7 milioni di euro (+22,9%) mentre lo Champagne brut millesimato realizza una crescita del 5,9% con 129.000 bottiglie, pari a un valore di 2,9 milioni di euro (+9,8%).


267 i milioni di hl di vino prodotti nel 2016, in calo del 3% rispetto all'annata precedente; 242 i milioni di hl invece consumati, un livello pressoché stabile dall'inizio della crisi economica del 2008; commercio vinicolo mondiale in leggero ribasso nella quantità con 104 milioni di hl (-1,4%) ma in crescita di valore, 29 miliardi di euro, +2%. Sono i dati più aggiornati sulla congiuntura vitivinicola mondiale presentati l’altro ieri a Parigi da Jean-Marie Aurand, direttore generale dell’Oiv. L’Italia, con 50,9 milioni di hl si conferma primo produttore mondiale nel 2016, seguito dalla Francia (43,5 milioni di hl) e dalla Spagna (39,3 milioni di hl). Elevata la produzione anche negli Stati Uniti d'America (23,9 milioni di hl). Nei paesi dell'America latina e in Sud Africa le condizioni climatiche sfavorevoli hanno pesato sulla produzione: in calo l’Argentina (9,4 milioni di hl, -3,9%), Cile (10,1 milioni di hl e -2,7%), Brasile (1,6 milioni di hl e -1,9%) e Sud Africa (10,5 milioni di hl e -0,7%). Tornando ai consumi, nel 2016 gli Usa confermano la posizione di primo paese consumatore, con 31,8 milioni di hl di vino, seguiti da Francia (27,0 milioni di hl), Italia (22,5 milioni di hl), Germania (20,2 milioni di hl) e Cina (17,3 milioni di hl). Il forte calo registrato in Ungheria, Argentina e Romania è stato compensato da un aumento del consumo di Usa, Cina e Italia. Il consumo di Francia e Spagna rimane stabile.


A breve il ministero delle Risorse agricole emanerà un decreto per non sanzionare fino a giugno eventuali omissioni o irregolarità commesse in questa fase iniziale della dematerializzazione dei registri vitivinicoli. Lo ha affermato ieri il ministro Martina durante la cerimonia di inaugurazione del 51° Vinitaly di Verona. Di fatto è una sorta di proroga dell’entrata della piena operatività della tenuta esclusivamente telematica dei registri, come chiesto nelle scorse settimane da numerose organizzazioni del settore. Ma il ministro ha voluto mettere altra carne sul fuoco: sono ormai pronti, ha annunciato, i primi decreti attuativi del testo unico del vino, entrato in vigore lo scorso gennaio, e infine l’uscita entro fine luglio della prima bozza del codice unico agricolo a dimostrazione, ha detto, di come il Vinitaly sia in grado di segnare l’agenda agricola del Paese.

Prima del ministro Martina altre autorità hanno preso la parola durante la cerimonia di inaugurazione e tra questi Luca Zaia, governatore della regione Veneto, che ha avanzato due richieste concrete: la candidatura della Valpolicella nella lista dei patrimoni mondiali dell’Unesco, dopo quella del Prosecco, e la possibilità di usare anche per le Doc le cosiddette varietà resistenti, cioè quei vitigni resistenti a funghi e malattie sui quali attualmente sono in corso numerose ricerche.

Dal 51° Vinitaly infine un messaggio che istituzioni pubbliche e associazioni di categoria vogliono lanciare a tutti gli addetti: concentrare maggiormente investimenti e sforzi operativi sui mercati esteri e tra questi Stati Uniti e Cina, due mercati molto diversi ma accomunati dalla forte richiesta di vino italiano. Come? Promuovere eventi in questi due Paesi dedicati al vino italiano, soddisfare la forte richiesta di informazione su storia, cultura e territorio, sviluppare le vendite di vino on line mediante accordi con le principali piattaforme web per il commercio. (m.m.)

Una breve fotostory del 51° Vinitaly. Fare clic sulle immagini per ingrandirle.

{gallery}vinitaly2017{/gallery}


Si chiude un anno, il 2016, indubbiamente positivo per il vino italiano poiché esportazioni e domanda interna sono salite rispettivamente del 6,6% e del 5,3%. Lo si ricava dalla indagine sul settore vinicolo 2017 a cura dell’Area Studi di Mediobanca, di recente pubblicazione. Anche per il 2016 Cantine Riunite-Giv si conferma prima per fatturato (566 milioni di euro, +3,6% sul 2015), seguita da Caviro (+1,1% e 304 milioni), Antinori (+4,5% e 218 milioni, primo gruppo non cooperativo) e Zonin (+5,1% e 193 milioni). Cavit (+6,7% e 178 milioni) sale dalla settima alla quinta posizione, seguono Fratelli Martini (+9% e 174 milioni), la divisione vini della Campari (169 milioni), Botter (+6,6% e 165 milioni), Santa Margherita (+32,9% e 157 milioni), Enoitalia (+9,7% e 148 milioni). Per quanto riguarda le aspettative di vendita per il 2017, il 10% delle aziende contattate prevedono una contrazione dei propri ricavi, mentre circa la metà prevede una crescita inferiore del 5% e ben il 17,3% un aumento di fatturato superiore del 10%. Stessa tendenza anche osservando solo le aspettative di export, con il 24% delle aziende che prevedono per l’anno in corso un fatturato cresciuto di oltre il 10%. Un utlimo sguardo infine ai principali canali distributivi: il 39,2% dela produzione vinicola prende la via della Gdo seguita dai grossisti e intermediari con il 16,3%. Wine bar e altri canali assorbono il 15,8%, la Horeca il 15,2% mentre le vendite dirette assommano al 13,5%.


Proteste delle autorità iberiche dopo le azioni violente della scorsa settimana dei viticoltori del Sud della Francia contro il vino importato dalla Spagna. Numerosi sono stati, infatti, gli episodi di intolleranza in numerosi paesi della zona. A Nîmes una dozzina di viticoltori hanno distrutto numerose bottiglie in tre supermercati locali, a Béziers i locali di un commerciante di vini sono stati dati alle fiamme, a Narbonne sono avvenuti dei veri e propri saccheggi. Queste azioni contro i vini stranieri, si legge in un comunicato del ministero per il Commercio con l’estero spagnolo, rappresentano una mancanza dello stato di diritto e sono una flagrante violazione del mercato unico, pilastro fondamentale della Unione europea. Già a gennaio la Spagna si era rivolta alla Commissione europea dopo che alcuni viticoltori francesi avevano rovesciato per strada del vino spagnolo trasportato da alcuni camion cisterna da Narbonne a Nîmes. Ora, invece si alza di nuovo la protesta di Madrid che, davanti a questi continui attacchi della libertà di commercio, inoltra le sue concrete preoccupazioni alle autorità francesi.


Cerca nel sito

Questo sito non utilizza cookie di profilazione per fini pubblicitari ma solo cookie tecnici o di terze parti come Google Analytics, Facebook o Twitter.
Continuando a visitare questo sito si accetta il loro utilizzo.